E’ il sogno proibito di ogni assiduo scommettitore, quello di trasformare il proprio hobby in un’attività a tempo pieno, così remunerativa da poter abbandonare il proprio mestiere per vivere solamente dei frutti dei propri pronostici. Ma se l’industria del gioco d’azzardo sembra non conoscere crisi, non è certo per via del fiume di denaro nel quale nuotano i giocatori: è tutt’altro che un segreto che la maggior parte di essi, infatti, registri perdite su base regolare. Il betting è un’attività decisamente ostica, che regala soddisfazioni a pochi, abili giocatori, mentre lascia il resto della sua platea a leccarsi le ferite. Nell’articolo di oggi tratteremo un tema molto a cuore ai più: è possibile vivere di scommesse?
Scommettitore professionista: identikit e requisiti
Un divano, una coperta, una cioccolata calda, un computer con una pagina internet aperta sull’home page del proprio bookmaker preferito, ed una partita in TV. Se ogni attività ha i suoi traguardi, è probabilmente questo il sogno nel cassetto di ogni scommettitore. E dopotutto, chi non sorriderebbe nel vedere il proprio conto crescere regolarmente, alimentato da nient’altro se non dalla propria abilità di pronosticare i risultati di eventi sportivi?
Ma diventare uno scommettitore professionista non è certo cosa facile. E per farlo, è bene partire da alcune solide fondamenta, che i giocatori di livello pongono come basi della loro attività.
Essere ben capitalizzati
Non è un segreto che gli scommettitori più capitalizzati siano anche i più avvantaggiati. Prendiamo in considerazione uno scenario in cui un giocatore A provi a guadagnarsi da vivere con un budget da 1,000 euro, mentre un giocatore B ne abbia a disposizione 50,000. Ora, supponendo delle spese mensili pari a 2,000 euro, il nostro giocatore A dovrà conseguire il 200% ogni mese per poter provvedere alle sue necessità, ovvero triplicare il proprio conto ogni singolo mese, e senza mai steccare!
Prendiamo invece adesso in esame una situazione come quella in cui si trova il nostro giocatore B. Supponendo delle spese mensili simili, il nostro scommettitore più capitalizzato non dovrà certo triplicare il proprio capitale per farvi fronte. Anzi! Non dovrà neanche guadagnare il 10% del proprio investimento, perché con un esiguo 4% riuscirebbe a coprire le sue spese. Un bel vantaggio, non è vero?
Una capitalizzazione più robusta offre innumerevoli vantaggi, fra cui la possibilità di giocare solo e soltanto nei frangenti in cui pensiamo di aver veramente trovato un’occasione sulla quale valga la pena scommettere. E non solo! Il vantaggio più ovvio, risiede chiaramente nella possibilità di optare per quote ben più basse rispetto a quelle che, gioco-forza dovremmo scegliere se avessimo un capitale ridotto.
Con un budget di 50,000 euro, una semplice scommessa su una quota da 1,04 potrebbe essere sufficiente per coprire le nostre spese mensili (ovvero una schedina da 1,01 a settimana), mentre con un conto da 1,000 euro dovremmo inanellare per 4 settimane consecutive una quota media di 1,32, sicuramente più rischiosa.
Scommettere solo ciò che ci si può permettere di perdere
Questa regola potrebbe sembrare contro intuitiva. Ma in realtà è il dettame più religiosamente osservato da ogni giocatore che si rispetti. Non bisognerebbe mai depositare sul proprio conto più denaro di quanto ci si possa permettere di perdere senza particolari contraccolpi monetari o psicologici. Se pensate che l’eventuale perdita di quella somma possa andare ad intaccare il vostro stile di vita o la vostra serenità mentale, sarà meglio ridimensionare la vostra attività di betting.
Badate bene, questo non è un “semplice” consiglio di finanza personale, ma serve uno scopo ben preciso. Ciò che contraddistingue i giocatori professionisti, è la capacità di rimanere lucidi anche di fronte ad ingenti fluttuazioni. Il betting non è un’attività dalla quale ci si possa aspettare continuità in termini di risultati, quindi è bene che chiunque voglia farne un mestiere impari a convivere con l’incertezza e con gli alti e bassi che quest’attività comporta. Ebbene, è pressoché impossibile conservare una certa razionalità di fronte a rischi troppo grandi. E’ quindi consigliabile non scommettere somme la cui eventuale perdita sarebbe fonte di grande stress.
Concentrare le proprie scommesse su uno o due sport
La varietà è l’anima del betting, inteso come hobby. Ma quello che potrebbe essere un ottimo modo per allontanare la noia da un’attività altrimenti ripetitiva, potrebbe non giocare a nostro vantaggio nel caso in cui si cercasse di trasformare questo passatempo in un mestiere vero e proprio. I giocatori professionisti sono degli specialisti di uno, massimo due sport, sui quali solitamente si tengono aggiornati ogni giorno. Scandagliare il sito del bookmaker preferito e farsi ingolosire da quote “importanti” che però non si hanno le conoscenze per valutare correttamente, è un ottimo modo per erodere il nostro capitale in maniera sensibile. Ogni scommessa dovrebbe essere attentamente soppesata, e non c’è miglior modo per farlo se non conoscere a menadito lo sport sul quale si sta puntando.
Avere un target mensile
Se inteso come un mestiere, il betting è un lavoro che richiederà un’attenta pianificazione, ed una disciplina assolutamente di ferro. Anche i più ingenti dei guadagni non tarderanno ad evaporare di fronte ad una gestione scriteriata del proprio bankroll, che va assolutamente evitata a tutti i costi. Un elemento che accomuna i giocatori di successo, è la suddivisione della propria attività in vari “target” a cadenza regolare, solitamente mensile. A quanto ammonta il vostro budget per le scommesse? E quanto dovete guadagnare in 30 giorni per coprire le vostre spese? Una volta raggiunto il vostro target, non fatevi ingolosire rischiando inutilmente il vostro denaro: se siete in anticipo sulla tabella di marcia, potete sempre decidere di investire più tempo nello studio della mondo del betting!